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Lavoro e videogame: in Italia crescono le opportunità in questo settore

Un fatturato di 2,2 miliardi di euro in Italia nel 2020. Dagli investimenti del pnrr possono arrivare altri 1.000 posti di lavoro.

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Spesso quando pensiamo al settore dei videogiochi pensiamo subito alla sfera ludica piuttosto che immaginare ciò che riguarda la sfera economica e di occupazione che ci sta dietro e i grossi margini di crescita esponenziali.

Nel 2020 le vendite di videogiochi in Italia hanno raggiunto il valore di 2,2 miliardi di euro, con una crescita del 21,9% rispetto all’anno precedente. Nel nostro Paese il comparto conta 160 imprese che impiegano 1.600 lavoratori (di cui il 79% ha un’età inferiore ai 36 anni) e un fatturato di 90 milioni di euro: sono queste alcune cifre che emergono dal 1° Rapporto IIDEA-Censis “Il valore economico e sociale dei videogiochi in Italia”. Non solo. È un settore che condensa talento, creatività, innovazione e presenta ancora ampi margini di sviluppo. Gli italiani credono nelle potenzialità del comparto. Per il 59,4% il settore è in grado di generare tanti nuovi posti di lavoro, soprattutto a vantaggio dei giovani. Per il 57,9% il talento e la creatività degli sviluppatori italiani renderanno il gaming un ambasciatore nel mondo del made in Italy. Per il 54,2% (e il dato sale al 58,9% tra i laureati) lo sviluppo del settore contribuisce alla ripresa economica nazionale. Il 59% degli italiani reputa che il gaming non sia solo divertimento nel tempo libero ma un aiuto per la divulgazione scientifica.

Grazie alle risorse legate al PNRR, la crescita di questo settore sembra destinata a beneficiare di un’ulteriore accelerazione, portando all’incremento di circa 1000 posti di lavoro qualificati nei prossimi 5 anni. Se a questo associamo la qualità degli sviluppatori italiani, nonché il talento dei giovani che investono sempre di più sulla loro formazione, scopriamo che il gaming è uno dei settori che più vale la pena tenere sotto osservazione da qui al prossimo futuro.